mercoledì 20 ottobre 2010

Droga, oltre il business ed il dolore

All'ultimo banchetto di Generazione Italia ho fatto due chiacchere con un ragazzo; credo fosse più giovane di me, e mi ha dato molti spunti di riflessione.
Abbiamo parlato di droga. Mi ha detto che ha lavorato in alcune comunità e presso dei SERT.
Ho scoperto molte cose che non conoscevo e non sospettavo nemmeno, e penso che sia doveroso condividerle.
Le politiche contro la droga, in un mondo globalizzato, dovrebbero tenere conto di diverse variabili, e non solo di alcune: di fatto, con il giro di vite sulle droghe leggere (che ho sempre condiviso), la contestuale riapertura del "mercato dell'oppio" afghano e la sempre maggiore influenza della 'ndrangheta quale importatore privilegiato della coca colombiana, gli spacciatori si sono ributtati sullo spaccio di eroina e cocaina. Se devono rischiare, tanto vale che lo facciano con un margine di guadagno maggiore (orribile a dirsi, perché il guadagno è fatto sulla pelle e sulla salute dei nostri ragazzi, e non solo...).
Con l'eroina si è fatto un salto indietro di vent'anni, e la coca ormai è alla portata anche dei ragazzini, e non solo di qualche ricco manager o libero professionista.
Il costo sociale di questa piaga è enorme: il consumatore abituale di cocaina ed eroina è difficilmente recuperabile, sul lungo periodo, nei casi peggiori, diventa un vero e proprio peso per la società, ed i danni sono irreversibili.
C'è anche una ricaduta meno visibile e più subdula: tanti top manager, tanti broker, tanti agenti di borsa, per reggere alla frenesia ed al ritmo dei loro lavori, sniffano per "tenersi un po' su". Be', non voglio dire che la coca sia l'unica responsabile di tanti disastri finanziari, ma certo non ha contribuito a rendere più lucide tante persone che si sono trovate a prendere decisioni importanti in momenti cruciali...
Quando la politica affronta questi temi, farebbe bene ad andare a parlare ed a confrontarsi con gli operatori del settore, per verificare quali siano le conseguenze di decisioni e provvedimenti che, ne sono convinto, sono prese in perfetta buona fede e nell'interesse comune ma che possono, a volte, rivelarsi controproducenti.
Mi riprometto di approfondire meglio questo argomento, parlando con chi se ne occupa quotidianamente: non penso che sia più il tempo delle crociate, in un mondo globalizzato ed iper veloce occorre una conoscenza profonda dei problemi per provare a risolverli.

2 commenti:

  1. La droga è un male che semina morti in tutte le generazioni.
    Nonostante si sappia che non porta nulla di buono riesce lo stesso a fare cadere i giovani nel tranello.
    Come si affronta questo problema?

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  2. Magari avere una risposta...
    Be', intanto penso che sarebbe davvero opportuno confrontarsi con chi opera nel settore, per mettere a fuoco i problemi reali che si devono quotidianamente affrontare nella lotta alla droga.
    Poi penso che le famiglie debbano svolgere un ruolo fondamentale per educare i ragazzi ad evitare la cultura dello sballo.
    Certo che in una società che va ai mille all'ora e che insegna (si fa per dire...) che ciò che conta sono esclusivamente il successo e l'apparire a tutti i costi diventa difficile anche solo iniziare ad affrontare il problema...

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