sabato 22 gennaio 2011

Morìa di negozi al quartiere Orologio, le responsabilità del Comune

Inoltrato dall'uff. stampa di FLI Reggio Emilia


"Il problema non è nuovo: da anni il piccolo commercio soffre la presenza dei grandi centri commerciali, sempre più esercizi sono costretti ad abbassare le serrande; quello che è accaduto nel quartiere Orologio è paradigmatico delle politiche adottate in questo senso dall'amministrazione comunale". Lo afferma il capogruppo provinciale di Futuro e Libertà, Tommaso Lombardini, che non risparmia critiche al Comune "colpevole di favorire in ogni modo i grandi centri commerciali a spese delle piccole realtà che tengono in vita la città e in particolare il suo centro storico". 

"Una politica - prosegue Lombardini - che trova la sua conferma nel Piano strutturale comunale in via di approvazione come ha giustamente denunciato la presidente provinciale di Confcommercio Donatella Prampolini. Sono al contrario di una gravità estrema le parole dell'assessore al Commercio Natalia Maramotti secondo la quale la decisione di chiudere i punti vendita dell''Orologio è solo ed esclusivamente delle imprese. Ricordiamo all'assessore, anche se siamo convinti che lo sappia benissimo, che quando ci sono politiche deliberate che mirano a colpire in ogni modo un sistema veramente concorrenziale, le piccole imprese soccombono. Non si può certo parlare di libera scelta". 

San Prospero e l'organo dimenticato

Reggio Emilia è una città decisamente strana: per citare un caro amico "sono riusciti a spostare il tempio di Abu Simbel e non si riesce a spostare il presepe di Beltrami..."
Ora, senza nulla togliere al presepe di Beltrami (che in effetti è caro a tutti i reggiani) ed alla querelle con don Ranza, mi limito ad osservare che, purtroppo, passano sotto silenzio fatti artisticamente e culturalmente ben più gravi.
Noi reggiani siamo perfettamente a conoscenza che la Basilica di San Prospero è un simbolo della nostra città, anche se, in generale, ne sottovalutiamo, o non teniamo in giusta considerazione, il valore artistico.
La basilica dedicata al santo patrono, infatti, contiene opere d'arte di grandissimo pregi: dagli affreschi dell'abside di Procaccini, al coro ligneo ed intarsiato dei De Venetiis, alle copie (ahimè, gli originali presero la via di Dresda all'epoca della celebre "vendita") del Boulanger della "Notte" del Correggio e della "Madonna in trono e Santi (La Madonna di San Matteo)" di Annibale Carracci, le pale d'altare del Tiarini e dell'originale campanile ottagonale - incompiuto - al cui progetto prese parte l'insigne Giulio Romano, oltre ad opere di Calvaert, Anselmi, Campi e tanti altri. Fra le tante bellezze della nostra piccola cattedrale, si deve necessariamente annoverare anche l'organo, maestoso ed elegante, realizzato fra la fine del 1609 e l'inizio del 1610 da Baldassarre Malamini e rifatto nel 1881 da Gian Battista De Lorenzi, considerato fra i più belli dell'intera Emilia Romagna, e proprio su questo meraviglioso strumento vorrei soffermarmi.
Nel 1992 venne restaurato ad opera di privati (la famiglia Spallanzani), e ridonato alla città nel suo splendore, sonoro e visivo.
Oggi, a seguito di lavori di ristrutturazione del tetto e del soffitto della basilica, molte delle sue canne sono ostruite o, a causa di infiltrazioni, piene d'acqua, il che non solo ne impedisce un pieno utilizzo per l'organizzazione di concerti, ma, soprattutto, ne mette a rischio l'integrità. Se si considera che anche il mantice richiederebbe una migliore manutenzione, possiamo dire di trovarci davanti ad uno scenario molto triste.
Come al solito, a fronte di una fugace comparsa del problema sui giornali a seguito della protesta dell'organista della basilica, la città non ha recepito il messaggio.'
La Curia, tramite i contributi CEI, quando ci sono le condizioni, può aiutare a reperire fondi pubblici e privati, e la parrocchia, in primis, è responsabile per gli interventi. Pubblicamente si è detto che vi è la volontà di intervenire, mi auguro che alle parole possano seguire i fatti.
Auspico, quindi, che il problema possa essere affrontato in tempi rapidi: San Prospero è un patrimonio dei reggiani, e la musica del suo organo deve continuare ad accompagnare i grandi e solenni momenti della nostra comunità.

giovedì 6 gennaio 2011

La Lega e le inutili polemiche sull'unità d'Italia

Dispiace che il 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia sia utilizzato dalla Lega Nord per perorare strumentalmente la causa federalista.
Questo importante evento, al contrario, dovrebbe far riflettere sui motivi profondi del disagio crescente nel nostro paese: ritenere che il federalismo possa, da solo, risolvere i mali più antichi e radicati dell'Italia è pura illusione.
Senza una riforma fiscale degna di tal nome, politiche di rilancio dello sviluppo economico, sostegno reale alle imprese che producono in Italia e vendono all'estero e senza un patto generazionale, il federalismo rischia solo di posticipare l'inevitabile declino di una nazione che avrebbe, invece, le potenzialità per competere a livello mondiale con i principali paesi industrializzati.
Il federalismo, insomma, non può essere una medaglietta da appuntarsi al petto: potrebbe rappresentare una svolta per l'Italia, ma solo se accompagnato da un'autentica stagione di riforme che, fra una compravendita di parlamentari e l'altra, la traballante maggioranza governativa non sembra in grado di garantire.
Se l'Italia di oggi non è un paese unito, lo si deve, quasi esclusivamente, ad una classe politica inadeguata, più interessata alla propria sopravvivenza elettorale che ad un reale progetto di sviluppo nazionale.
Non mi riferisco, ovviamente, solo all'attuale classe dirigente, ma a quella che, negli ultimi 40 anni, ha dilapidato un patrimonio straordinario di risorse.
Sarebbe più saggio cercare elementi di unità anziché di divisione, ce ne sono già abbastanza (e quando non ci sono, qualcuno li crea ad arte per distrarre l'attenzione pubblica...) per aggiungerne altri.
Il problema è che la Lega ha un debito con il c.d. popolo del nord: sono anni che promette il federalismo ma questo non si è ancora palesato, ed ora deve passare all'incasso.
Permettetemi di non scandalizzarmi del tutto (anche perché in politica i voti si devono pur riconquistare, e questo vale per tutti i partiti), ma consentitemi di manifestare la mia preoccupazione per una riforma necessaria che viene utilizzata per tenere in vita il governo: il destino dell'Italia non passa solo dal federalismo, ma anche, come detto, da altre importanti riforme.
Peccato, infine, che il presidente di un'importante commissione parlamentare abbia degli impegni proprio in concomitanza dell'intervento del Presidente della Repubblica: ce ne faremo tranquillamente una ragione.
P.S.
Spero che gli amici del PDL, in un sussulto d'orgoglio nazionale e di dignità personale, dicano pubblicamente quello che confessano in privato sul loro impegnativo alleato e sulle sue posizioni antiunitarie...