Ex abrubto: perché avete sciolto AN per entrare nel PDL se dopo nemmeno due anni mollate tutto e fate un partito nuovo?
Questa è una delle domande che mi sento porre più spesso, da amici che hanno militato con me tanti anni in AN e da altre persone che seguono, più o meno attentamente, la politica.
Il motivo, in realtà, è semplicissimo.
Realizziamo oggi quello che il PDL non ha voluto - o potuto - essere.
Realizziamo oggi qualcosa di nuovo rispetto non solo ad AN, ma alla politica italiana.
Con Futuro e Libertà nasce una nuova forza politica, autenticamente liberale, moderna, capace di declinare in chiave presente e futura i valori fondanti della nostra società.
Le parole d'ordine, se perdono il significato che le sottende, non sono altro che meri esercizi di stile, diventano l'inutile, ed a volte patetico, tentativo di fabbricarsi un'identità di comodo perché non si è in grado, o non si ha il coraggio, di accettare e governare il cambiamento che ci circonda.
Perché aumenta l'astensionismo? Perché i giovani se ne fregano della politica? Perché i cittadini rinunciano, di fatto, ad interessarsi della cosa pubblica, e cioè, in fin dei conti, della stessa società nella quale vivono?
Perché la politica non si cura più degli interessi della gente.
Solo per quello, in verità.
Gli scandali, il "magna magna", le villanie... esistono da quando esiste la politica, basta andare a leggere cosa accadeva in Grecia 2500 anni fa e si rimarrebbe esterrefatti... Vogliamo rimanere in tempi recenti? Leggete Guareschi (lui si che era un anticomunista vero, ed allora i comunisti c'erano sul serio, non come qualcuno che vorrebbe resuscitare lo spettro del comunismo per farsi più forte nella sua personalissima e presunta battaglia di libertà) e scoprirete che, dossier più, dossier meno, le cose non erano molto diverse sessant'anni fa.
Certo, oggi c'è internet che permette di sapere tutto di chiunque in tempo praticamente reale, ma il web ha anche un'altra e più importante funzione: fa correre veloci le idee, non solo le polemiche.
Il problema è che una volta, fra uno scandalo e l'altro (altro che casa di Montecarlo, nell'Italia bigotta e perbenista degli anni '50 e '60 si costruivano teoremi ben peggiori...), qualcuno, senza dire "ghe pensi mi", tentava di occuparsi del bene pubblico.
Lungi da me fare l'avvocato difensore della politica, ma un paese ha anche bisogno di una classe dirigente, e quella non si può pensare di trovarla esclusivamente nei CDA delle società...
Ed allora ci vogliono persone che abbiano a cuore l'interesse nazionale, che sappiano capire ed interpretare il presente in ottica futura, che comprendano che i tempi della politica, oggi, sono molto più veloci, ma che, non per questo, si debba azzerare o annullare il confronto.
In caso contrario, basta delegare tutto ad un amministratore.
All'amministratore delegato.
Di un consiglio di amministrazione.
Per l'appunto.
Ma questa non è più politica, è qualcosa che non saprei nemmeno definire.
Ecco, Futuro e Libertà nasce proprio per questo, per misurarsi con le sfide del presente, per interpretarle, per sognare e costruire l'Italia del domani, dei nostri figli e dei nostri nipoti.
Occorre una visione di nazione, slegata dal singolo sondaggio, ma figlia di valori certi.
Rimettiamo i giovani, l'innovazione, il merito, l'impresa, i doveri e le responsabilità dei singoli al centro della nostra sfida, e riconquisteremo il futuro.