giovedì 30 dicembre 2010

Lula, Battisti e la giustizia negata

Battisti rimarrà in Brasile, Lula negherà l'estradizione perché non si fida del sistema giudiziario italiano.
Ci sono due considerazioni da fare:

  1. i giudici italiani sono tutti comunisti, ed allora non si capisce di cosa dovrebbe preoccuparsi Lula;
  2. i giudici italiani sono antropologicamente diversi dal resto dell'umanità, ed allora fa bene Lula a preoccuparsi.
Visto che l'ipotesi sub 1. è decisamente forzata, viene da pensare che, a forza di denigrare la magistratura, si sia riusciti nella mirabile impresa di dare al presidente brasiliano una scusa per non estradare Battisti.
Certo che, a prescindere da queste amare ma ironiche valutazioni, è davvero uno schifo che un terrorista non sia processato nel suo paese per i crimini di cui si è macchiato.
Ed a rimetterci, per l'ennesima volta, saranno i parenti delle vittime e le vittime stesse, che resteranno, ancora una volta, senza giustizia.

mercoledì 15 dicembre 2010

Cambiare, ancora più convintamente

Lasciate che chi non ha voglia di combattere se ne vada. Dategli dei soldi perché acceleri la sua partenza, dato che non intendiamo morire in compagnia di quell’uomo. Non vogliamo morire con nessuno ch’abbia paura di morir con noi“.
William Shakespeare (Enrico V)

lunedì 13 dicembre 2010

Cambiare...

Qualunque cosa accadrà domani alla Camera, niente è destinato a rimanere più come prima, e speriamo che la favola del mondo perfetto sia definitivamente archiviata per quello che è realmente.

lunedì 29 novembre 2010

Una pallottola spuntata...

E' morto Leslie Nielsen... Cavolo, fra "L'aereo più pazzo del mondo" e la serie "Una pallottola spuntata" è stato il  protagonista di film mitici... Ci mancherà...!

giovedì 25 novembre 2010

Una persona per bene

In un momento in cui cui si è perso non solo il senso dello Stato, ma anche il senso della misura, credo che le parole di una persona per bene valgano più di mille inutili e retorici discorsi...

« Anna carissima,
è il 25.2.1975 e sono pronto per il deposito dello stato passivo della B.P.I., atto che ovviamente non soddisferà molti e che è costato una bella fatica. Non ho timori per me perché non vedo possibili altro che pressioni per farmi sostituire, ma è certo che faccende alla Verzotto e il fatto stesso di dover trattare con gente dì ogni colore e risma non tranquillizza affatto. E' indubbio che, in ogni caso, pagherò a molto caro prezzo l'incarico: lo sapevo prima di accettarlo e quindi non mi lamento affatto perché per me è stata un'occasione unica di fare qualcosa per il paese. Ricordi i giorni dell'Umi, le speranze mai realizzate di far politica per il paese e non per i partiti: ebbene, a quarant'anni, di colpo, ho fatto politica e in nome dello Stato e non per un partito. Con l'incarico, ho avuto in mano un potere enorme e discrezionale al massimo ed ho sempre operato - ne ho la piena coscienza - solo nell'interesse del paese, creandomi ovviamente solo nemici perché tutti quelli che hanno per mio merito avuto quanto loro spettava non sono certo riconoscenti perché credono di aver avuto solo quello che a loro spettava: ed hanno ragione, anche se, non fossi stato io, avrebbero recuperato i loro averi parecchi mesi dopo. I nemici comunque non aiutano, e cercheranno in ogni modo di farmi scivolare su qualche fesseria, e purtroppo, quando devi firmare centinaia di lettere al giorno, puoi anche firmare fesserie. Qualunque cosa succeda, comunque, tu sai che cosa devi fare e sono certo saprai fare benissimo. Dovrai tu allevare i ragazzi e crescerli nel rispetto di quei valori nei quali noi abbiamo creduto [... ] Abbiano coscienza dei loro doveri verso se stessi, verso la famiglia nel senso trascendente che io ho, verso il paese, si chiami Italia o si chiami Europa. Riuscirai benissimo, ne sono certo, perché sei molto brava e perché i ragazzi sono uno meglio dell'altro.. Sarà per te una vita dura, ma sei una ragazza talmente brava che te la caverai sempre e farai come sempre il tuo dovere costi quello che costi (...)
Giorgio  »

In ricordo di Giorgio Ambrosoli, un Italiano.

lunedì 15 novembre 2010

Forse stiamo esagerando

Non voglio scendere nel merito del problema, ma mi fermo ad una considerazione: l'idea di sciogliere solo una delle due Camere, quella dove c'è "qualche problema", non riesce nemmeno a farmi sorridere.
Temo che il punto di non ritorno sia stato abbondantemente superato, inizio a pensare che quanto scritto da Galli della Loggia sul Corriere in merito ai consiglieri del presidente Berlusconi sia tristemente vero...

giovedì 11 novembre 2010

Apprendo dall'ANSA che è morto il tassista picchiato a Milano per aver investito ed ucciso un cane...
Che enorme tristezza...
Purtroppo, quel gesto di violenza, si inserisce in un sistema di disvalori che sta colpendo il nostro paese: la prostituzione, fisica ed intellettuale (ah quanto ci manchi mr. Mou...!), è vista come uno strumento per arrivare al successo; genitori prendono a sberle un preside; per un cane si toglie la vita ad una persona e così via...
C'è un'unica consolazione: siamo quasi al fondo del barile, difficile scendere più in basso, speriamo solo di non sfondarlo...

mercoledì 10 novembre 2010

Fra falchi e colombe, scelgo la politica

La prima convention di Futuro e Libertà ha segnato un momento fondamentale per la politica italiana, per certi versi addirittura storico.
Per 17 anni, la vita politica è stata bloccata in un, a volte stucchevole, referendum sulla persona di Silvio Berlusconi, e già questa rappresenta un'anomalia nella anomalia. La contestazione, infatti, non riguardava le idee o le proposte di Berlusconi e della sua coalizione, ma era rivolta all'uomo Berlusconi, all'imprenditore Berlusconi, al presidente del consiglio Berlusconi, al leader dell'opposizione Berlusconi.
Molti si battevano e si stracciavano le vesti per le leggi ad personam, concentrando l'attenzione della nazione su problemi assolutamente secondari rispetto a quelli reali dei cittadini.
Non bisogna colpevolizzare il presidente del consiglio oltre quelle che sono le sue (tante) responsabilità: se i problemi dei giovani, dell'occupazione, del mondo del lavoro, dell'ambiente, dell'innovazione etc. sono passati in secondo piano così a lungo, è stato anche perché l'attuale opposizione ha sempre strumentalmente preferito attaccare Berlusconi per i suoi limiti più palesi, ma meno dannosi per la comunità, anziché inchiodarlo alla mancata realizzazione di quelle riforme tanto invocate e promesse e mai attuate.
Questo gioco al massacro non ha fatto altro che dividere e lacerare un paese che, invece, avrebbe avuto un disperato bisogno di recuperare un sentimento nazionale e, perché no?, patriotico per uscire dalle secche in cui si era arenato dopo tangentopoli.
Da confronto di idee a confronto di personalità: la sinistra non aveva nessuna speranza di battere Berlusconi sul suo terreno, ed infatti, cercando di imitarne il modello, probabilmente anche in modo inconsapevole, ha finito per copiarne i vizi  ma non i pregi, che pure esistevano.
In questo scenario, era maturata, nel centrodestra, una concezione quasi mistica di Silvio Berlusconi: non solo il leader era sempre e comunque lui - bisogna ammettere che questo riconoscimento se lo era meritato sul campo, pur non giocando ad armi pari con i suoi colleghi, ma questo ragionamento meriterebbe una più ampia ed approfondita discussione - ma non era nemmeno pensabile che potesse esistere alcuna forma di contestazione al suo operato.
Più che di cesarismo, in effetti, ci si avvicinava ad una sorta di dogmatismo pagano, in cui la parola e le azioni di Berlusconi erano sempre vere e giuste a prescindere, senza se e senza ma. Insomma, dopo "il duce ha sempre ragione", si era arrivati all'assioma "il presidente (scontato e sottinteso che il presidente in questione fosse B.) ha sempre ragione", con il corollario solo apparentemente pleonastico "e chi lo contraddice ha sempre torto e, nei casi peggiori, è pure un comunista". Alla faccia del pensiero liberale!
Ciò che sembrava davvero impossibile era mettere in discussione il premier.
E' vero che i vari sistemi elettorali che si sono succeduti hanno creato un semipresidenzialismo de facto, anche se non recepito in Costituzione, ma da qui all'intangibilità del presidente del consiglio il passo è lungo.
Ecco, Gianfranco Fini, forse con ritardo, forse in modo molto pesante, ma certamente senza ipocrisia, ha fatto una cosa del tutto normale: ha detto che le cose, così come si trovavano, non potevano più andare avanti.
Il presidente della Camera è stato certamente più onesto di tanti personaggi orbitanti intorno a Berlusconi, che dietro un servilismo estremo, celavano il segreto e ben celato desiderio di prendere il potere, non il posto, del capo, appena questi fosse venuto meno (politicamente parlando).
Queste persone hanno fatto molto peggio al PDL ed a Berlusconi, e conseguentemente all'Italia, di qualunque affermazione di Fini.
La politica, se non mette in discussione i suoi attori, rischia davvero di diventare una rappresentazione dell'effimero, una recita con personaggi che tutto vogliono fare tranne che cercarsi un autore, preferendo scegliersi un padrone.
Fini ha solo ricordato, a Berlusconi ed all'Italia, che nessuno è perfetto, che tutti possiamo essere messi in discussione e che l'interesse comune viene prima dell'affermazione personale.
Per questo, oggi, non mi voglio interessare di ornitologia, credo che il ritorno alla politica sia molto più importante: se davvero Berlusconi vorrà sopravvivere a se stesso e riproporsi alla guida della nazione, non dovrà farsi guidare dal suo enorme ego, ma dovrà scegliere la dialettica ed il confronto, cioè gli strumenti che permettono di trasformare la politica politicante in qualcosa di più grande ed importante, per tutti noi e per la nostra Italia. 

Sottoscrivi anche tu il manifesto di Futuro e libertà per l'Italia!

A questo link è possibile sottoscrivere il manifesto di Futuro e Libertà per l'Italia!

http://www.futuroelibertaxlitalia.it/il-manifesto/

lunedì 25 ottobre 2010

Assalto ai Carabinieri

Su suggerimento di un caro amico affronto volentieri una notizia di cronaca di qualche giorno fa.
I fatti.
Reggio Emilia, Via Emilia verso San Maurizio, due Carabinieri fermano una macchina per controllare lo stato degli pneumatici. Questi, dopo una facile analisi, risultavano praticamente lisci. Il guidatore ed il passeggero, entrambi nigeriani, iniziano a dare in escandescenze. Sopraggiungono altri loro connazionali che accerchiano i Carabinieri. Dopo alcuni interminabili minuti di tensione la situazione si risolve per il meglio, con anche alcuni arresti.
Più o meno le cose sono andate così, magari per avere dettagli maggiori provate ad informarvi dal mitico reporter bagnolese bigD, la cronaca non è il mio forte...
La notizia si commenta da sola: chi assale le Forze dell'ordine merita tutto il mio biasimo ed una condanna unanime. Sono stati extracomunitari a farlo? Be', questo deve far riflettere... Se queste persone hanno assalito senza troppi scrupoli due tutori dell'ordine, vuol dire che il senso di impunità è aumentato a dismisura: ci sono delle leggi, è bene che queste vengano applicate, altrimenti chiunque si sentirà in diritto di fare qualunque cosa. Fra questi assalitori c'erano dei clandestini? Benissimo, che siano identificati e che la Legge faccia il suo corso.
Gli altri erano regolari? Molto bene, hanno contributo a creare un precedente per riconsiderare il loro permesso di soggiorno.
Io credo nell'integrazione, ma assalire i Carabinieri, che della nostra Italia sono uno dei simboli migliori e più importanti, va nella direzione esattamente opposta.
Sarkozy ha sempre dichiarato che la Francia è di chi la ama, ma non ha esitato, da ministro dell'interno, a definire "feccia" i rivoltosi delle banlieu.
Ecco, sia così anche in Italia: porte aperte senza pregiudizi a chi desidera condividerne in pace la tradizione e la cultura, ma inflessibilità con chi pensa di non rispettare le regole di civile convivenza.

mercoledì 20 ottobre 2010

L'ADMO cerca nuovi volontari per la donazione del midollo osseo, fate circolare!!!

Droga, oltre il business ed il dolore

All'ultimo banchetto di Generazione Italia ho fatto due chiacchere con un ragazzo; credo fosse più giovane di me, e mi ha dato molti spunti di riflessione.
Abbiamo parlato di droga. Mi ha detto che ha lavorato in alcune comunità e presso dei SERT.
Ho scoperto molte cose che non conoscevo e non sospettavo nemmeno, e penso che sia doveroso condividerle.
Le politiche contro la droga, in un mondo globalizzato, dovrebbero tenere conto di diverse variabili, e non solo di alcune: di fatto, con il giro di vite sulle droghe leggere (che ho sempre condiviso), la contestuale riapertura del "mercato dell'oppio" afghano e la sempre maggiore influenza della 'ndrangheta quale importatore privilegiato della coca colombiana, gli spacciatori si sono ributtati sullo spaccio di eroina e cocaina. Se devono rischiare, tanto vale che lo facciano con un margine di guadagno maggiore (orribile a dirsi, perché il guadagno è fatto sulla pelle e sulla salute dei nostri ragazzi, e non solo...).
Con l'eroina si è fatto un salto indietro di vent'anni, e la coca ormai è alla portata anche dei ragazzini, e non solo di qualche ricco manager o libero professionista.
Il costo sociale di questa piaga è enorme: il consumatore abituale di cocaina ed eroina è difficilmente recuperabile, sul lungo periodo, nei casi peggiori, diventa un vero e proprio peso per la società, ed i danni sono irreversibili.
C'è anche una ricaduta meno visibile e più subdula: tanti top manager, tanti broker, tanti agenti di borsa, per reggere alla frenesia ed al ritmo dei loro lavori, sniffano per "tenersi un po' su". Be', non voglio dire che la coca sia l'unica responsabile di tanti disastri finanziari, ma certo non ha contribuito a rendere più lucide tante persone che si sono trovate a prendere decisioni importanti in momenti cruciali...
Quando la politica affronta questi temi, farebbe bene ad andare a parlare ed a confrontarsi con gli operatori del settore, per verificare quali siano le conseguenze di decisioni e provvedimenti che, ne sono convinto, sono prese in perfetta buona fede e nell'interesse comune ma che possono, a volte, rivelarsi controproducenti.
Mi riprometto di approfondire meglio questo argomento, parlando con chi se ne occupa quotidianamente: non penso che sia più il tempo delle crociate, in un mondo globalizzato ed iper veloce occorre una conoscenza profonda dei problemi per provare a risolverli.

sabato 9 ottobre 2010

Avvertenza

Non ho problemi a rispondere ad alcun genere di domanda, ma lo farò ad una sola condizione: che i commenti non siano anonimi.
Commenterò i primi due che sono arrivati, giusto perché non avevo ancora specificato questo fatto, e continuerò a pubblicare i commenti anonimi, perché internet è libertà di espressione e, a meno che i contenuti non siano esageratamente offensivi o contengano riferimenti personali lesivi di onore e decoro (oh, si vede che bazzico uno gli studi legali...!), non mi crea alcun problema la pubblicazione di commenti, per l'appunto, anonimi.
Ma se qualcuno pensa di voler dibattere, allora lo faccia a volto scoperto e firmandosi, assumendosi la responsabilità delle proprie tesi.
Non pretendo che tutti la pensino come me (miiiiiiiiiiii, che noia sarebbe....), ma almeno, se si vuole discutere, che lo si faccia a carte scoperte.
Grazie per l'attenzione.

martedì 5 ottobre 2010

Nasce FLI, la vera sfida futurista

Ex abrubto: perché avete sciolto AN per entrare nel PDL se dopo nemmeno due anni mollate tutto e fate un partito nuovo?
Questa è una delle domande che mi sento porre più spesso, da amici che hanno militato con me tanti anni in AN e da altre persone che seguono, più o meno attentamente, la politica.
Il motivo, in realtà, è semplicissimo.
Realizziamo oggi quello che il PDL non ha voluto - o potuto - essere.
Realizziamo oggi qualcosa di nuovo rispetto non solo ad AN, ma alla politica italiana.
Con Futuro e Libertà nasce una nuova forza politica, autenticamente liberale, moderna, capace di declinare in chiave presente e futura i valori fondanti della nostra società.
Le parole d'ordine, se perdono il significato che le sottende, non sono altro che meri esercizi di stile, diventano l'inutile, ed a  volte patetico, tentativo di fabbricarsi un'identità di comodo perché non si è in grado, o non si ha il coraggio, di accettare e governare il cambiamento che ci circonda.
Perché aumenta l'astensionismo? Perché i giovani se ne fregano della politica? Perché i cittadini rinunciano, di fatto, ad interessarsi della cosa pubblica, e cioè, in fin dei conti, della stessa società nella quale vivono?
Perché la politica non si cura più degli interessi della gente.
Solo per quello, in verità.
Gli scandali, il "magna magna", le villanie... esistono da quando esiste la politica, basta andare a leggere cosa accadeva in Grecia 2500 anni fa e si rimarrebbe esterrefatti... Vogliamo rimanere in tempi recenti? Leggete Guareschi (lui si che era un anticomunista vero, ed allora i comunisti c'erano sul serio, non come qualcuno che vorrebbe resuscitare lo spettro del comunismo per farsi più forte nella sua personalissima e presunta battaglia di libertà) e scoprirete che, dossier più, dossier meno, le cose non erano molto diverse sessant'anni fa.
Certo, oggi c'è internet che permette di sapere tutto di chiunque in tempo praticamente reale, ma il web ha anche un'altra e più importante funzione: fa correre veloci le idee, non solo le polemiche.
Il problema è che una volta, fra uno scandalo e l'altro (altro che casa di Montecarlo, nell'Italia bigotta e perbenista degli anni '50 e '60 si costruivano teoremi ben peggiori...), qualcuno, senza dire "ghe pensi mi", tentava di occuparsi del bene pubblico.
Lungi da me fare l'avvocato difensore della politica, ma un paese ha anche bisogno di una classe dirigente, e quella non si può pensare di trovarla esclusivamente nei CDA delle società...
Ed allora ci vogliono persone che abbiano a cuore l'interesse nazionale, che sappiano capire ed interpretare il presente in ottica futura, che comprendano che i tempi della politica, oggi, sono molto più veloci, ma che, non per questo, si debba azzerare o annullare il confronto.
In caso contrario, basta delegare tutto ad un amministratore.
All'amministratore delegato.
Di un consiglio di amministrazione.
Per l'appunto.
Ma questa non è più politica, è qualcosa che non saprei nemmeno definire.
Ecco, Futuro e Libertà nasce proprio per questo, per misurarsi con le sfide del presente, per interpretarle, per sognare e costruire l'Italia del domani, dei nostri figli e dei nostri nipoti.
Occorre una visione di nazione, slegata dal singolo sondaggio, ma figlia di valori certi.
Rimettiamo i giovani, l'innovazione, il merito, l'impresa, i doveri e le responsabilità dei singoli al centro della nostra sfida, e riconquisteremo il futuro.

venerdì 1 ottobre 2010

Clima avvelenato

L'attentato al direttore di Libero deve farci riflettere.
Un episodio del genere rischia di portare indietro le lancette del tempo, ad una stagione politica e sociale che speravamo, illudendoci, che fosse tramontata per sempre.
Per quanto non abbia condiviso una virgola di quanto scritto da Belpietro negli ultimi mesi, non posso che rimanere inorridito davanti ad un gesto così grave.
Il petardo che ha quasi colpito Bonanni alla festa del PD, l'agguato a Belpietro e tanti altri segnali dovrebbero metterci in guardia: al di fuori della polemica politica, c'è qualcuno che vorrebbe che la nostra nazione ripiombasse in uno stato di anarchia.
In questo momento, le Istituzioni devono far sentire la loro presenza, e noi, da cittadini, dobbiamo essere pronti a fare la nostra parte, guai se lasciassimo che a prevalere fossero i sentimenti di parte: contro certi gesti non può che esservi un unico e compatto fronte.

sabato 25 settembre 2010

Ahi serva Italia di dolore ostello...

L'Italia è un paese strano.
Un galantuomo viene messo alla berlina per fatti che non ha commesso, ma questo galantuomo ha il coraggio, tipico solo dei grandi, di scusarsi, qualora il suo comportamento si dovesse rivelare inopportuno.
Non ricordo politici che abbiano mai avuto il coraggio di guardare gli Italiani negli occhi raccontando non una comoda storiella, ma la verità dura e cruda.
Ci sono altri politici, con ben altre dure e crude verità da rivelare, che oggi dovrebbero provare un po' di vergogna, anche se penso che non ne abbiano l'umiltà né, tanto meno, la capacità.
Speriamo che, per l'ennesima volta, in Italia non siano i soliti ricchi furbi ad avere la meglio.

Pernacchie

La lega ci fa le pernacchie?
E allora noi compreremo gli ombrelli.
Alè!

giovedì 23 settembre 2010

Clamoroso a Topolina!

Clamoroso scoop!
Sembra che Topolino, il celebre topo detective, famoso per la sua incorruttibilità, affittasse in nero una casa all'amico Pippo.
Sull'episodio sta investigando il commissario Basettoni.
Pare che le indagini siano partite da dalle rivelazioni di Macchia Nera su presunti fondi detenuti all'estero dal topo moralizzatore, e riprese da un sito web gestito da Amelia, la strega vesuviana. Le scottanti dichiarazioni sono poi rimbalzate sui giornali di Topolinia.
Secondo Macchia Nera, stando alle rivelazioni dei bene informati, il Mousegate potrebbe vedere implicati anche il celebre faccendiere Paolino Paperino, e sarebbe già pronta una rogatoria internazionale da inviare a Paperopoli, per verificare il coinvolgimento di quest'ultimo.
Attendiamo con ansia gli sviluppi di questa clamorosa inchiesta.

Ma va'?

I servizi segreti smentiscono un loro coinvolgimento nella vicenda della famigerata casa di Montecarlo donata ad AN.
Be', c'è da stupirsi?
Che avrebbero dovuto dire: "si, è vero, siamo stati noi"?!?
Se si chiamano servizi "segreti" è proprio perché quello che fanno è coperto, per l'appunto, dal segreto.
Ahi serva Italia di dolore ostello...

mercoledì 22 settembre 2010

Help

Strana mattinata...
Esco di casa convinto di essere quasi guardabile, e mi accorgo di essere vestito come Cicchitto... Primo trauma.
Guardo le notizie ANSA, e scopro che il mitico ex arbitro Byron Moreno (quello di Italia - Corea, per intenderci...) è stato beccato con 6 kg di coca. Questo non è un trauma, ma è una notizia decisamente surreale.
Attendo evoluzioni della giAnteprimaornata, si prospettano interessanti!

lunedì 20 settembre 2010

Terza gamba

Mi scuseranno i lettori più sensibili, ma il dibattito sulla terza gamba è abbastanza... inquietante...!
Siamo sul baratro dei doppi sensi più beceri, manco fossimo in uno di quei mitici film di Alvaro Vitali...
Ma vi pare? Sentite un po':
"La maggioranza si regge anche sulla terza gamba"
""La terza gamba è inutile per camminare, anzi, potrebbe creare intralcio" (questa l'ha detta Calderoli, il doppio senso non è cercato, ma è comunque geniale)
"Il riconoscimento della terza gamba rafforza la maggioranza"
"Ben venga la terza gamba"
Più che una maggioranza di governo - che pure esiste, discussione sugli arti in eccesso a parte - sembra di parlare della dea Kalì.
Ora speriamo di passare dall'ortopedia alla politica, l'Italia ne sarebbe grata.

Stop al degrado in centro

Dall'Ufficio Stampa di Futuro e Libertà, un mio intervento sul degrado in centro storico a Reggio, buona lettura!


<Per riqualificare il centro storico non bastano qualche intervento di make-up e un elenco di buone intenzioni>. Lo dice il leader reggiano di Futuro e Libertà, Tommaso Lombardini, prendendo spunto dall'ennesimo episodio di criminalità in via Secchi. <Da troppi anni intere zone della città storica sono abbandonate a loro stesse, - afferma Lombardini - dimenticate dalla giunta Delrio che ha fatto della riqualificazione urbana un cavallo di battaglia: è utile ricordare che l'assessore Mimmo Spadoni due anni fa, salutando la fine dei lavori di riqualificazione di piazza Martiri del 7 Luglio, aveva detto che "le città belle producono gente bella". Con gli slogan , però, non si va da nessuna parte e lo dimostrano i recenti fati di cronaca>.

Secondo Lombardini non si può nemmeno fare coincidere il problema del degrado con quello dell'immigrazione: <Il rispetto della legalità e la tutela dell'ordine pubblico sono fondamentali, ma non è con la caccia allo straniero e nemmno con la sola repressione che possiamo pensare di dare risposte efficaci: il problema è molto più complesso, e non si può risolvere con battaglie demagogiche, che rischierebbero solo di acuire lo scontro sociale.>.

<Al contrario - sostiene il leader di Futuro e Libertà - servirebbe un'operazione  di ampio respiro culturale che comprenda politiche per
l'integrazione e partecipazione: i cittadini che vogliono fare qualcosa di buono per la loro città non devono essere lasciati soli. Per fare ciò serve però una visione di insieme del centro come spazio vivo e vitale, cuore pulsante di una città altrettanto viva. Negli ultmi anni invece abbiamo visto pochissime iniziative di alto livello, sono andati perduti spazi d aggregazione per i giovani, negozi e locali chiudono i battenti; spazi che potrebbero essere recuperati e utilizzati marciscono nel degrado. Dobbiamo - conclude Lombardini - invertire la rotta subito, o prima che sia troppo tardi: Futuro e Libertà sarà in prima linea in questa battaglia, pronta al dialogo con tutti coloro che hanno a cuore le sorti di Reggio Emilia>.

venerdì 17 settembre 2010

Velocità

Dinamismo, velocità, attualità, futuro.
Chi si ferma è perduto: o la politica torna ad occuparsi delle prospettive della nazione, o finiremo in un buco nero.
Siamo già quasi sull'orizzonte degli eventi, il punto di non ritorno è ad un passo.
Possibile che tanta gente abbia problemi di vista così gravi?
Il punto è che per la vita di tutti i giorni ci sono le lenti a contatto e gli occhiali, ma per cercare di vedere oltre la punta del proprio naso non c'è rimedio.
Al massimo si fanno due sondaggi e, se vanno male, si cambia strategia. 
Il consenso popolare è fondamentale, ed è giusto verificare che il proprio operato sia gradito, ma pensare che siano gli istituiti demoscopici a guidare le scelte politiche è agghiacciante.

lunedì 13 settembre 2010

Frecce Tricolori battono Padania

Rivolto, provincia di Udine, 300mila persone per assistere allo spettacolo delle Frecce Tricolori, orgoglio italiano nel mondo.
Venezia, poco più di 35mila persone plaudono all'ennesima difesa dell'inesistente Padania.
I numeri non sono tutto nella vita, ma a volte sono davvero utili.

giovedì 9 settembre 2010

Perché ho scelto Futuro e Libertà per l'Italia

Mi ero ripromesso di non parlare troppo di politica, ma gli eventi recenti me lo impongono.
Molti hanno apprezzato la mia scelta di dimettermi da vice coordinatore provinciale del PDL all'indomani di Mirabello, dicendomi che, pur non condividendo la strada che ho deciso di intraprendere, stavo facendo la cosa giusta, lasciando un incarico in un partito del quale, de facto, non facevo più parte.
Non era una scelta dovuta, come qualcuno, porco argutamente ma maliziosamente, ha fatto notare. Altri, nella mia stessa posizione, non hanno fatto altrettanto, anche se ora Italo Bocchino ha dichiarato che tutti gli aderenti a FLI dovranno lasciare i loro incarichi nel PDL. Mentre tornavamo da Mirabello, ho parlato con i ragazzi che avevano incarichi nel PDL reggiano, ed ho chiesto loro di rassegnare, unitamente a me, le loro dimissioni da quegli stessi incarichi. Non c'è stato nemmeno bisogno di discutere, abbiamo condiviso fin da subito questa impostazione. Ho anticipato i tempi, e ne sono orgoglioso!
Fatta questa premessa, veniamo al sodo.
Perché Futuro e Libertà?
Perché credo che, finalmente, la destra politica italiana abbia compituo il passo decisivo verso l'Europa.
Alleanaza Nazionale è stata una incompiuta, e nemmeno troppo splendida: AN, per come era stata pensata, doveva essere quello che il PDL ha provato ad essere, e cioè il partito degli Italiani (non in senso razziale, ovviamente, ma nell'interpretazione sarkoyziana e cioè che è italiano chi ama l'Italia), un grande partito nazionale, liberale, conservatore, europeo.
Con la nascita di Forza Italia sul finire del 1993, il percorso di AN si arrestò, avendo Berlusconi intercettato una buona parte di quegli elettori che avrebbero potuto appoggiare la costituenda formazione politica di Fini, già da tempo teorizzata da Pinuccio Tatarella.
AN, quindi, si fermò in mezzo ad un guado, non riuscendo a fare l'ultimo e decisivo passo verso una destra moderna ed europea. Fu un peccato, soprattutto perché, in mezzo al guado, si fermò anche parte dell'innovazione politica: si declinavano i valori di sempre, ma non si riusciva, letteralmente, a lanciare il cuore oltre l'ostacolo ed, in particolar modo, non si riusciva ad attualizzare alla realtà, soprattutto a quella futura, il nostro schema di riferimento ideale/valoriale.
Si parlava di immigrazione solo con riferimento alla sicurezza, senza elaborare politiche di più ampio respiro, che prevedessero l'integrazione come fine ultimo. Le parole "respingimento" ed "integrazione" sembravano segnate da un'inevitabile dicotomia, e, così facendo, abbiamo perso l'opportunità di iniziare a pensare l'Italia multirazziale del futuro, illudendoci che l'immigrazione potesse essere fermata. Il nostro errore principale è stato quello di soffermarci sul presente, non riuscendo a comprendere - o non volendo - che se era, ed è tuttora, giustissimo essere inflessibili con chi delinque, avremmo perso, senza nemmeno combatterla, la sfida del futuro, tutta fondata intorno all'integrazione.
Sui temi etici, invece, si era persa di vista la tradizionale visione laica - e non laicista - dello Stato: a prescindere da come la si pensi sui singoli temi (aborto, eutanasia, fecondazione assistita etc.), non è pensabile che lo Stato dica cosa sia giusto o cosa non lo sia. L'Italia non è una repubblica confessionale, ma, vale la pena ribadirlo, uno stato laico, che deve il massimo rispetto alla Chiesa, ma che da essa deve tenersi distinto. Un esempio valga per tutti: sono stato, sono, e sarò sempre contrario all'aborto, ma riterrei un'aberrazione che lo Stato lo rimettesse, come alcuni vorrebberro, fuori legge. Lo Stato, come già accade con la Legge 194 (che, si dica per inciso, andrebbe meglio applicata, ma questo è un altro discorso), disciplina questa dolorosissima materia, e, giustamente, non c'è altro che possa fare. I conti li dobbiamo fare con la nostra coscienza, non è lo Stato che deve sostituirsi ad essa.
Ma c'è un aspetto che, più di altri, Futuro e Libertà riesce a cogliere, e che AN ha solo sfiorato.
Gianfranco Fini, nel corso del congresso di scioglimento di AN, disse che il PDL non sarebbe stato un partito di destra, ma qualcosa di completamente nuovo. Superati gli svenimenti in sala, mio compreso, abbiamo iniziato a ragionare su quella frase, che apriva scenari fino ad allora inediti.
Tramontata l'era delle ideologie, era finalmente giunto il momento di iniziare il tempo delle idee e dei valori, slegati dalla ottocentesca/novecentesca visione destra versus sinistra, nella quale erano relegati.
Non era più il tempo, per dirla alla Jannacci, di Destra-Sinistra, ma si apriva (si sarebbe dovuta aprire) una nuova era.
Il PDL, in buona sostanza, sarebbe dovuto diventare il primo partito post ideologico, e divenire l'archetipo del partito di inizio XXI secolo.
Sfortunatamente per il PDL, e per l'Italia, questa visione dinamica, propulsiva, innovativa di partito, si è incartata su mille problemi, di cui solo pochissimi erano di natura politica. Il resto è storia recente.
Futuro e Libertà, invece, cerca di rompere quegli schemi, quegli steccati ideologici sui quali molti partiti hanno costruito le loro fortune: FLI cerca di cogliere lo spirito più profondo e vero che aveva portato alla creazione del PDL, lanciando una sfida a tutti coloro che hanno il coraggio di immaginare il futuro e che, quotidianamente, cercano di realizzarlo.
Ci sono tante altre ragioni che mi hanno spinto ad abbracciare il progetto di Fini, ma su quelle tornerò nei prossimi giorni, con singole e più dettagliate spiegazioni, sperando, almeno per ora, di aver fatto un po' di chiarezza.

martedì 7 settembre 2010

Mirabello vista da Luca Telese

Questo pezzo di Luca Telese rende perfettamente l'idea di cosa abbia significato Mirabello. Buona lettura!
Il sincretismo dei finiani

La svolta di Fini

<A Mirabello una svolta epocale, noi non torneremo indietro>.
All'indomani dello storico discorso del presidente della Camera, Tommaso Lombardini lancia la sfida di Futuro e Libertà a Reggio Emilia. Non c'è stato nemmeno il tempo del processo politico e dell'"epurazione" dei finiani reggiani: a Mirabello c'è stato un giro di boa della storia politica italiana ed è già il momento di parlare di idee, di progetti, di politica con la P maiuscola.
<Lunedì, con gli amici che hanno incarichi nel Pdl, ho rassegnato le mie dimissioni da vice coordinatore vicario: - spiega Lombardini - una decisione coerente con quanto ho annunciato nel corso dell'ultimo coordinamento provinciale del partito del 2 agosto scorso>. Una scelta inevitabile se è vero, come ha detto Fini, che il Pdl non esiste più, ma è rimasta solo Forza Italia allargata.

<E' eresia parlare di responsabilità, meritocrazia, legalità? E' forse un tradimento volere, anzi pretendere, uno Stato che tuteli e protegga la gente onesta e non i malfattori, i corrotti e i mafiosi?- attacca Lombardini - Eppure sono questi, in estrema sintesi, i concetti ribaditi con forza da Fini a Mirabello, i punti sui quali costruire il futuro del nostra Paese. Si tratta di valori che diventeranno le fondamenta di un progetto politico a Reggio Emilia, città che non è estranea a piccole e grandi "cricche", che deve fare i conti con il cancro delle mafie che stanno aggredendo il tessuto economico e sociale. Una città vittima di politiche clientelari e di un reticolo di interessi che nulla hanno a che fare con il bene della polis e della sua comunità. Se è una eresia parlare di tutto ciò, allora posso dire con orgoglio: sì, siamo eretici>.

Eretici forse, ma un po' più dei quattro gatti che qualcuno si immaginava. <I reggiani che erano a sentire Fini a Mirabello - continua Lombardini - in larga parte erano giovani e giovanissimi. Alcuni di loro con la politica non hanno mai avuto a che fare per ragioni anagrafiche mentre altri sono tornati ad appassionarsi dopo anni di lontananza causata dallo sconforto e dalla sfiducia. Quello che sta avvenendo sta ridando speranza a tanta gente che ormai l'aveva persa. E sono pronto a scommettere che saremo sempre di più. >

A chi parla di tradimento, Lombardini risponde con decisione: <Fini non ha tradito nessuno, né il Governo, né i valori che per anni sono stati al centro dell’azione politica della destra italiana. Se c'è qualcuno che ha tradito è chi ha svuotato di ogni significato parole come legalità, democrazia, coraggio, solidarietà. Degli slogan non ce ne facciamo nulla. Io sono convinto che dobbiamo dare vita, per citare Montanelli, a una destra veramente liberale, una destra che si sente oltraggiata dall'abuso che ne fanno gli attuali contraffattori>.

A cura dell'ufficio stampa di Futuro e libertà - Reggio Emilia

lunedì 6 settembre 2010

Discorso integrale Fini a Mirabello

Per chi volesse vederlo, lascio il link dell'intervento integrale di Fini a Mirabello (Fini a Mirabello, video integrale); per chi preferisse leggerlo, suggerisco quest'altro link (testo intervento Fini).
Buon approfondimento!

Borriello, Roma e Unicredit, le priorità delle banche italiane

Ieri a Mirabello è successo qualcosa di davvero importante, ma ne parlerò in un altro momento.
Ora, invece, vorrei condividere qualcosa che mi ha fatto davvero riflettere.
Chi segue il calcio sa che la Roma ha acquistato dal Milan l'attaccante della nazionale Marco Borriello.
Chi segue il calcio, sa anche che la Roma Calcio, società quotata in Borsa, aveva debiti per centinaia di milioni di euro.
Chi segue il calcio giocato, forse non sa che Roma, Unicredit ed Italpetroli sono tre attori di una medesima recita (per qualche info in più vi rimando a questi due link: Vendita AS Roma ; Accordo Roma - Unicredit - Italpetroli).
Come tutti sanno, e non solo gli appassionati di calcio, oggi chiedere un finanziamento in banca per un giovane, per un'impresa che attraversa un momento di difficoltà, per una famiglia, è diventato un'autentica impresa.
Le banche hanno dimenticato la loro natura, la loro ragione sociale di "istituti di credito", dedicandosi principalmente alla speculazione finanziaria, il più delle volte sulla pelle di clienti non propriamente milionari.
E Marco Borriello? E la Roma? E Unicredit?
Be', intanto Unicredit ha accettato delle condizioni per il salvataggio della Roma Calcio che, se proposte da qualunque privato, persona fisica o imprenditore, sarebbero state rigettate quasi con disprezzo.
E' vero che dietro la Roma c'è la famiglia Sensi, e dietro ancora Italpetroli, ma le scatole girano ugualmente: la sensazione, per non dire la certezza, è che le banche si facciano grandi con i piccoli e piccoli con i grandi.
L'acquisto di Borriello, quindi, è stato vagliato da Unicredit, che ha valutato l'operazione prima di dichiararsi favorevole.
Con la crisi del mondo del lavoro e le difficoltà per giovani ed imprese di ricevere credito dalle banche, questa notizia mi riempie davvero il cuore di gioia.
E' troppo chiedere ai signori banchieri di tornare a fare il loro mestiere ed a credere ed investire nei giovani e nelle imprese, anziché continuare a lanciarsi nel meraviglioso mondo della speculazione finanziaria?
Dalla crisi si esce tutti insieme, e sarebbe bello che le banche abbandonassero l'immagine ipocrita che forniscono di loro con le pubblicità martellanti che ci propinano ogni giorno.
Meno pubblicità, più fiducia e concretezza, e forse le cose funzionerebbero un po' meglio.

sabato 4 settembre 2010

Libertà

Divertente dialogo tenutosi qualche giorno fa e relativo alla visita di Gheddafi in Italia: "Certo che in Italia chiunque può dire qualunque cosa". "Si, tutti tranne Fini". Ditemi voi se non è vero...!

venerdì 3 settembre 2010

Ben trovati!

Molti mi prendono bonariamente in giro perché inserisco la parola "futuro" in tutti i miei discorsi.
Mi rendo conto che, in fondo, non hanno tutti i torti: ho costellato di "futuro" anche la stessa homepage di questo blog...! Ma il futuro (e dai!) è anche utilizzare la tecnologia e le risorse del presente in modo innovativo. Mi sono reso conto che, dopo tanti anni nei quali faccio - o tento - di fare politica, la mia presenza su internet si limitava ad un account, peraltro gestito in modo molto discreto, su facebook. Che credibilità posso avere se rompo le scatole a tutti con 'sto benedetto futuro senza nemmeno un mio blog?!? Che poi, parliamoci francamente, non è nemmeno una novità, ma occorre comunque stare al passo con i tempi!
Prometto che non parlerò solo di politica, anche perché se ne parla pure troppo e spesso a sproposito.
La rete è libertà, di pensiero e di parola, e credo che il modo migliore per conoscere i veri pensieri di chi fa politica sia quello di scrutare, per quanto possibile, nella sua quotidianità, anche perché dovrebbe esserci una certa coerenza fra la vita di tutti i giorni e le proposte pubbliche, anche se il fatto che abbia utilizzato il condizionale è già abbastanza significativo...
Ok, mi sono dilungato a sufficienza, prometto di scrivere con una discreta assiduità, compatibilmente con le esigenze di lavoro e... di vita privata!
Buona giornata e buon fine settimana a tutti!