lunedì 25 ottobre 2010

Assalto ai Carabinieri

Su suggerimento di un caro amico affronto volentieri una notizia di cronaca di qualche giorno fa.
I fatti.
Reggio Emilia, Via Emilia verso San Maurizio, due Carabinieri fermano una macchina per controllare lo stato degli pneumatici. Questi, dopo una facile analisi, risultavano praticamente lisci. Il guidatore ed il passeggero, entrambi nigeriani, iniziano a dare in escandescenze. Sopraggiungono altri loro connazionali che accerchiano i Carabinieri. Dopo alcuni interminabili minuti di tensione la situazione si risolve per il meglio, con anche alcuni arresti.
Più o meno le cose sono andate così, magari per avere dettagli maggiori provate ad informarvi dal mitico reporter bagnolese bigD, la cronaca non è il mio forte...
La notizia si commenta da sola: chi assale le Forze dell'ordine merita tutto il mio biasimo ed una condanna unanime. Sono stati extracomunitari a farlo? Be', questo deve far riflettere... Se queste persone hanno assalito senza troppi scrupoli due tutori dell'ordine, vuol dire che il senso di impunità è aumentato a dismisura: ci sono delle leggi, è bene che queste vengano applicate, altrimenti chiunque si sentirà in diritto di fare qualunque cosa. Fra questi assalitori c'erano dei clandestini? Benissimo, che siano identificati e che la Legge faccia il suo corso.
Gli altri erano regolari? Molto bene, hanno contributo a creare un precedente per riconsiderare il loro permesso di soggiorno.
Io credo nell'integrazione, ma assalire i Carabinieri, che della nostra Italia sono uno dei simboli migliori e più importanti, va nella direzione esattamente opposta.
Sarkozy ha sempre dichiarato che la Francia è di chi la ama, ma non ha esitato, da ministro dell'interno, a definire "feccia" i rivoltosi delle banlieu.
Ecco, sia così anche in Italia: porte aperte senza pregiudizi a chi desidera condividerne in pace la tradizione e la cultura, ma inflessibilità con chi pensa di non rispettare le regole di civile convivenza.

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