giovedì 6 gennaio 2011

La Lega e le inutili polemiche sull'unità d'Italia

Dispiace che il 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia sia utilizzato dalla Lega Nord per perorare strumentalmente la causa federalista.
Questo importante evento, al contrario, dovrebbe far riflettere sui motivi profondi del disagio crescente nel nostro paese: ritenere che il federalismo possa, da solo, risolvere i mali più antichi e radicati dell'Italia è pura illusione.
Senza una riforma fiscale degna di tal nome, politiche di rilancio dello sviluppo economico, sostegno reale alle imprese che producono in Italia e vendono all'estero e senza un patto generazionale, il federalismo rischia solo di posticipare l'inevitabile declino di una nazione che avrebbe, invece, le potenzialità per competere a livello mondiale con i principali paesi industrializzati.
Il federalismo, insomma, non può essere una medaglietta da appuntarsi al petto: potrebbe rappresentare una svolta per l'Italia, ma solo se accompagnato da un'autentica stagione di riforme che, fra una compravendita di parlamentari e l'altra, la traballante maggioranza governativa non sembra in grado di garantire.
Se l'Italia di oggi non è un paese unito, lo si deve, quasi esclusivamente, ad una classe politica inadeguata, più interessata alla propria sopravvivenza elettorale che ad un reale progetto di sviluppo nazionale.
Non mi riferisco, ovviamente, solo all'attuale classe dirigente, ma a quella che, negli ultimi 40 anni, ha dilapidato un patrimonio straordinario di risorse.
Sarebbe più saggio cercare elementi di unità anziché di divisione, ce ne sono già abbastanza (e quando non ci sono, qualcuno li crea ad arte per distrarre l'attenzione pubblica...) per aggiungerne altri.
Il problema è che la Lega ha un debito con il c.d. popolo del nord: sono anni che promette il federalismo ma questo non si è ancora palesato, ed ora deve passare all'incasso.
Permettetemi di non scandalizzarmi del tutto (anche perché in politica i voti si devono pur riconquistare, e questo vale per tutti i partiti), ma consentitemi di manifestare la mia preoccupazione per una riforma necessaria che viene utilizzata per tenere in vita il governo: il destino dell'Italia non passa solo dal federalismo, ma anche, come detto, da altre importanti riforme.
Peccato, infine, che il presidente di un'importante commissione parlamentare abbia degli impegni proprio in concomitanza dell'intervento del Presidente della Repubblica: ce ne faremo tranquillamente una ragione.
P.S.
Spero che gli amici del PDL, in un sussulto d'orgoglio nazionale e di dignità personale, dicano pubblicamente quello che confessano in privato sul loro impegnativo alleato e sulle sue posizioni antiunitarie...

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